Riconoscere la propria missione
La mia Rinascita viene da lontano.
Non sarebbe potuta avvenire in modo pieno, totale, consapevole se non fossi stata presa per mano nel viaggio più importante della mia vita.
Da una mano forte sicura che non ha mai mollato la presa neanche nei momenti in cui la mia ha cercato di scivolare via per paura.
Si perché guardarsi dentro costa fatica, costa lacrime, costa perdoni spesso più rivolti a noi stessi che agli altri.
Michela Crivellaro in realtà tiene per mano tutte noi con una missione forte, chiara, potente che va oltre lei stessa.
Missione che viene da lontano da una ricerca della verità autentica.
Ottenuta a caro prezzo, ma con fede incrollabile, lasciando andare certezze effimere, benefici, benessere, per un bene più grande:
la propria integrità.
Michela la tua anima è antica?
Lei mi sorride , in realtà mi inonda di una risata piena di luce, che viene da una pace interiore potente.
Gioia mia esordisce, l’anima non ha età.
Lascia che la tua possa essere libera, permettile di danzare attraverso te stessa.
Ecco che inizia così questa intervista che so già dalle prime battute che mi cambierà profondamente ancora una volta.
Mi viene spontaneo chiederle subito
Michela ma tu hai paura?
Cristina la mia è una missione, come tale è mossa da una forza che trascende me stessa.
Sento una profonda responsabilità nei confronti dell’umanità.
Ho scelto di donarmi, di aver cura anche degli altri ad un livello profondo spirituale.
Forse l’unica paura è che in quel fuori possa accadere qualche cosa che mi impedisca di farlo, una guerra un terremoto, niente altro, e comunque sarebbe in esperienza creata dalla coscienza per evolvere.
Per il resto non ho paure particolari in questa fase, vivo nella piena consapevolezza che tutto è gioia in potenziale, tutto è mosso dall’amore nel senso più ampio del termine.
Inoltre mi sento fortemente supportata dall’invisibile, condotta da una forza superiore ma non posso dimenticare la forza dalle radici: la mia famiglia, il mio compagno e questo mi trasmette una grande stabilità.
Da dove nasce tutta questa tua consapevolezza?
Nasce da lontano Gioia mia, dal mio incessabile ascoltarmi dentro.
Sono sempre stata una pecora nera, mi sono sempre sentita diversa rispetto al mio clan famigliare
Ero una ribelle, una disobbediente a quelle credenze e consuetudini familiari a cui appartenevo.
Pertanto spesso in punizione, mi sentivo sbagliata, incompresa, sola.
Da lì nasce la mia ricerca della felicità
Da lì il mio approcciarmi a filosofie orientali e spirituali.
Quel mio essere “ diversa” era in realtà la mia RICCHEZZA in potenziale.
Con il tempo avrei compreso che il lavoro fatto su di me avrebbe potuto pacificare le mie radici, sciogliore i blocchi evolutivi dei miei avi.
Ma per fare tutto questo ho dovuto ribellarmi alle lealtà familiari e spezzare ciò che desideravano per me e la mia vita futura.
Non è stato facile, Cristina è stato a volte doloroso, a volte sfidante.
Ero sola in questa mia scelta, ma profondamente supportata dalla mia anima che ardentemente mi chiedeva di andare avanti, di non desistere, che ne sarei stata ricompensata.
E così è stato.
L’ascolto, quasi ipnotizzata, ogni volta rimango sospesa.
Riesco a distogliermi dall’incantesimo
Michela ognuno di noi ha un talento vero?
Le mi sorride di nuovo.
Certo che si, spesso non manifesto, soffocato da credenze, ma se lasciato esprimere e fluire in quel senza spazio e senza tempo ci permetterà di liberare tante energie vitali.
Le abilità sono maturate e appartengono all’avere, mentre il talento puro è un sentire, è il tuo puro essere, questa è la profonda differenza.
Il talento non risponde ai “devo” non è “fare qualcosa per dovere”, senza passione.
Ma essere flusso in quel senza spazio e tempo in cui si esprime da se’.
Nasce da una condizione di pienezza non di mancanza.
E’ un inclinazione naturale, innata che spesso doniamo agli altri come un hobby, che spesso sin da piccoli esercitavamo nel pieno della nostra libertà.
Talvolta senza comprenderne in realtà le potenzialità per noi e la nostra famiglia.
Per questo è importante riconoscerlo e manifestarlo.
Il talento è qualche cosa di semplice, ma noi spesso lo complichiamo con i nostri ragionamenti, per modellarci alla società all’immagine che creiamo per approvazione.
Se ti offrissi una bacchetta magica cosa ne faresti?
Gioia mia creerei un mondo più libero dalla paura, con un’economia circolare dove il denaro non sia un problema, ma un flusso di energia,
Dove l’amore non sia in contrazione ma un lasciarsi accadere.
Una nuova umanità che non si avvale del potere sugli altri, ma del senso dell’Uno.
E poi passerei il testimone ad alcuni miei allievi predisposti con il loro cuore aperto, che possano insieme a me espandere questo mio sentire e sublimare.
Come hai vissuto la tua bellezza in questi anni mi viene da chiederle?
Un tempo da ragazza era una qualità a servizio dell’ego, che in realtà mi ha creato più problemi che opportunità.
Ora la mia consapevolezza mi permette di esprimermi da un campo neutro, in cui mi osservo e vedo “la Michela lì fuori che agisce e crea” ma non sono solo quel corpo bensì un’anima che lo irradia.
Non sento più il bisogno di approvazione, noto che gli uomini si pongono a me con profondo rispetto, provo gratitudine.
Vedi Cristina è importante non identificarsi nel corpo!
Esso muta invecchia, mentre la nostra anima è immortale.
La osservo, non mi stupisco susciti tutto questo.
Ai miei occhi appare come una sacerdotessa, lo sguardo ora si fa antico, il volto radioso si illumina di una luce nuova che prima non c’era .
Michela la donna di adesso come dovrebbe essere?
Sicuramente non più sottomessa al giudizio estetico e ai canoni di questi tempi.
Dovrebbe essere pura femminilità, potenza, dolcezza, morbidezza, connessa alla terra.
Dovrebbe onorare il proprio sangue rappresentato dal ciclo mestruale così come in antichità.
Chi si avvicina alle altre donne dovrebbe essere mossa non da rivalità, ma da una profonda sorellanza.
La osservo, la guardo, ne percepisco l’energia che la pervade di profonda neutralità.
Oltre tutto ciò che è resistenza, desideri, controllo, aspettativa e mentre penso a tutto questo lei aggiunge
Cristina mi accolgo e vivo slegata da tutto, ma nel pieno dell’espressione del tutto, sublime e godo di ciò che la vita mi offre.
Mi sento come una coppa aperta, mi permetto di accogliere.
Ascolto, sento, ricevo e accolgo.
Mentre Michela conclude, penso alle profonde ferite delle quali siamo così tutti segnati.
Ferite che sono spesso nascoste a sguardi disattenti, eppure così profonde sanguinanti in ognuno di noi.
Quali sono le ferite inconsce predominanti in questo momento?
Sicuramente, mi risponde, la paura della solitudine e il senso di colpa che è figlio della morale che dilaga.
Vorrei parlare ancora di tante cose ma un’altra mano attende di essere stretta e allora concludo chiedendole
Alle donne che leggono il mio blog IL CORAGGIO DI CAMBIARE cosa vorresti dire?
“Avete già tutto dentro di voi, tutto ciò che vi serve.
Dovete solo creare uno spazio interiore per far emergere ciò che già siete, sciogliendo resistenze che avete fortificato attraverso le vostre credenze.
Dovete avere il coraggio di emergere
Ecco sento che la mano che mi ha sempre tenuta stretta in tutti questi anni, sta allentando la presa.
Percepisco che ora ha compreso che posso camminare con passi sicuri anche da sola.
Non sento paura
Non sento solitudine
Solo una profonda gratitudine e voglia di trasmettere i valori respirati ad altrettante anime sul mio cammino.
Mi sorride le sorrido
la mia anima esulta
Grata di averla nella mia vita
CC
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